Un post serio, una volta tanto.
Sono convinto che ognuno debba avere il suo credo religioso o non averlo. E credo anche che ognuno debba seguire le proprie convinzioni politiche.
In realtà non sono così democratico: trovo infatti impossibile che una persona possa essere credente di una religione autoritaria. Così credo che sia impossibile che una persona possa sostenere un governo autoritario.
Da qui il fatto che sono agnostico. E sempre per questo motivo il fatto che, per quello che offre la scena politica italiana, trovo difficile riconoscermi in qualche partito politico.
Detto questo, se trovo difficile il poter seguire i dettami della Chiesa cattolica, trovo ancor più insopportabile i dettami di quella islamica: differenze fra uomo e donna, sottomissione ai leader e, ovviamente, penalizzazione con la morte o la tortura dell'omosessualità.
D'altra parte é anche vero che sono parecchi gli stati a maggioranza o totalità musulmana e molti di essi hanno secoli e secoli di storia, cultura e arte alle spalle.
Alcuni di questi paesi si trovano oggi ad avere una quantità di denaro impressionante che reinvestono in modo per lo meno cretino (hotel, campi da golf o piste da sci nel deserto), invece che puntare all'educazione e alla ricerca medica e scientifica. Sto parlando di EAU, Bahrein, Qatar e Arabia Saudita in particolare, ma ci sono anche Brunei e Kuwait e solo in parte può essere salvata Singapore o la Malaysia.
Ci sono poi il Marocco e la Tunisia, paesi da sempre considerati moderati. Io sono stato solo in Marocco e mi é bastato. Per quello che é il mio mondo, quello non é un paese moderato.
La rivolta del pane nasce in Algeria, paese stupendo, popolato (oltre 24 milioni di persone) che potrebbe contribuire allo sviluppo del Mediterraneo in maniera considerevole. La rivolta si é diffusa in pochissimo tempo in Tunisia, paese che sta investendo molto nel turismo e nelle infrastrutture senza poter contare su petrolio, gas naturale o fosfati come gli altri paesi del Maghreb.
La Tunisia dista solo 80 km dalle coste siciliane. Il che significa che se non ci fosse il mare, la Tunisia sarebbe un nostro vicino come Francia o Svizzera.
Lo scoppio di una rivolta in Algeria purtroppo non mi fa sperare in un cambiamento di sorti nel paese: l'esercito é troppo forte, la popolazione troppo ignorante, le minoranze (i Cabili, i berberi algerini) troppo sedate negli anni.
Per la Tunisia invece la situazione é differente. La popolazione non é ricca, ma ha più mezzi rispetto a quella algerine. L'istruzione non é eccellente, ma data la vicinanza col continente europeo e la lingua francese, la gente sa che ci vorrebbe poco per migliorare la situazione. L'esercito tunisino, inoltre, non é mai stato così repressivo come quello algerino. Per ultimo, ma non per importanza, stiamo parlando di un paese di circa 8 milioni di persone. Non tantissime, ma tutte che ogni anno vedono entrare nel loro paese milioni di turisti benestanti e dai costumi più liberali. Il confronto fa nascere dubbi, domande e fa crescere consapevolezze. Ecco che credo che la rivolta del pane possa essere un primo passo per il risorgimento tunisino.
Non conosco così bene la storia e la situazione politica attuale della Tunisia per poter approfondire qui l'argomento, ma sono sicuro che questa, per il popolo, sia un'opportunità.
E auguro con tutto il cuore ai tunisini di riuscire a liberarsi da un governo semi dispotico e da un sistema che anche se solo in parte é comunque ancora basato su alcune leggi islamiche. Siamo decisamente nel nuovo millennio. Liberiamoci tutti. Ne abbiamo tutti solo da guadagnarne.
Ho appena appreso che il Presidente della Tunisia, Ben Alì, é fuggito, lasciando il paese libero di eleggere un nuovo presidente, senza censure. Forse é davvero il primo passo.
A serious post for once.
I believe that everyone should have his religious beliefs or not having it. And I think everyone should follow their own political convictions.
In reality I'm not so democratic: I find it impossible that a person can be a believer of a religion of authority. So I think it is impossible that a person can support an authoritarian government.
Hence the fact that I am agnostic. And also why the fact that, for what it offers the Italian political scene, I find it difficult to identify myself with any political party.
That said, if I find it difficult to follow the dictates of the Catholic Church, I find even more unbearable the dictates of Islam: Differences between male and female, submission to leaders and, of course, with the death penalty or torture for homosexuality.
On the other hand it is also true that many states have a majority or all of the people belonging to Islam and also many centuries of history, culture and art behind.
Some of these countries have today an impressive amount of money that they re-invested in an idiot way (hotels, golf courses or ski slopes in the desert), rather than pointing to education and medical and scientific research. I'm talking about the UAE, Bahrain, Qatar and Saudi Arabia in particular, but there are also Brunei and Kuwait, and only in part can be saved Singapore or Malaysia.
There are Morocco and Tunisia, countries have always considered moderate. I've been only to Morocco and it was enough. For what is my world, that is not a moderate country.
The bread riots was born in Algeria, beautiful country, populated (over 24 million people) that could considerably contribute to the development of the Mediterranean . The revolt has spread very quickly in Tunisia, a country which is investing heavily in tourism and infrastructure without being able to rely on petroleum, natural gas or phosphates as the other countries of the Maghreb.
The Tunisia is only 80 km from the coast of Sicily. Which means that if there wasn't the sea, Tunisia would be a neighbor like France or Switzerland.
The outbreak of a revolt in Algeria, unfortunately didn't let me hope for a change of fortunes in the country: the army is too strong, too ignorant population, minorities (the Kabylia, the Algerian Berber) too sedate over the years.
In Tunisia, the situation is different. The population is not rich, but has more means than Algerian. Education is not excellent, but given the proximity to the European continent and the French language, people know that it would take little to improve the situation. The Tunisian army, moreover, has never been as repressive as that of Algeria. Last but not least, we are talking about a country of about 8 million people. Not many, but all that see every year enter their country millions of tourists who are richer more liberal then them. The comparison raises doubts, questions and increases awareness. Here I believe that the bread riots may be a first step in the resurgence of Tunisia.
I do not know so well the history and current political situation in Tunisia in order to deepen the argument here, but I'm sure that, for the people, it is an opportunity.
And pray with all my heart to the Tunisian government to be able to get rid of a despotic and seeds from a system that even if only partially, however, it is still based on some Islamic laws. We are definitely in the new millennium. Rid all. We all stand to gain.
I just learned that the President of Tunisia, Ben Ali, fled, leaving the country free to elect a new president, no complaints. Maybe it's really the first step.
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