venerdì 7 dicembre 2012

Rimettersi in gioco, a Milano


E' passato un po' di tempo da quando questa situazione é iniziata.
Devo dire che sono combattuto su due lati: il primo é una sorta di felicità. Per carità, una felicità un po' "amara". Come ho scritto nel precedente post personale, é passato tanto tempo da quando la mia vita ha avuto delle novità in campo affettivo, sentimentale o sessuale.
Ovviamente se teniamo presente il lato "amoroso" o quello che é.
Perché in realtà per quanto riguarda il lato amicizia, che fa sempre parte del settore affettivo, di novità ce ne sono state e anche parecchie. Ma non é di questo che voglio parlare.
Voglio parlare del lato amoroso.
Gli ultimi 5 anni sono stati disastrosi per mille e più motivi di cui non voglio parlare.
Inoltre, avendo finito l'università ed avendo iniziato a lavorare, e tanto, ma con stipendi a livello Uganda, mi sono dovuto impegnare parecchio per arrivare a un tempo indeterminato e a un salario che permettesse per lo meno di sentirmi normale in un ambiente in cui sembra che tutti siano ricchi per non fare in realtà un cazzo a lavoro. Ma questa é Milano, e ne parlerò in un prossimo post di disponibilità economiche millantate dai milanesi. 
In questi 5 anni é praticamente successo tutto quello che più mi spaventava della vita amorosa quando da adolescente pensavo al mio futuro: dopo l'ultimo ragazzetto, quando avevo appena finito l'università, a Milano, la mia città, non ho più avuto flirt. E in più: nessuno é più venuto a provarci con me nei locali. Cosa che onestamente mi é sempre successa più o meno nel passato. Insomma, non capivo cosa mi fosse successo. Fortunatamente si profilavano le vacanze estive e visto che come sempre mi é successo, piaccio più agli stranieri che non agli italiani (che sono tutti concentrati sui tamarri-style - tipologia che io non sono) almeno in estate e fino ai mesi post estivi ho avuto delle storielline con stranieri - anche molto fighi a dire la verità! Meno male! Ma a parte questo, Milano, per me, é sempre rimasto terreno alquanto sterile.
Di questa cosa ne ho sempre sofferto un po' ma ultimamente, devo dire la verità, sempre di più. Anche perché mi sento "bloccato", sento che non stia succedendo niente. E anche se so che in parte é dovuto al mio essere stanco, al mio uscire un po' meno (ma  comunque una volta a settimana), ma che quando esco sono un po' più concentrato a non ammazzarmi invece che divertirmi e basta, al fatto che non vivo da solo e quindi sento che tutto sia un po' più difficile, devo dire che non trovo la spiegazione per cui questo stato di "blocco" permanga. E comunque, mi fa rimanere un po' male.
Ne parlo con mia madre, che dice che é colpa mia, perché evidentemente sono un po' distante e antipatico quando esco. 
Ne parlo con i miei amici e mi dicono che non é una colpa ma che comunque sono io l'artefice di tutto questo, sia perché in realtà ho dei gusti troppo, troppo selettivi, sia perché non ho mai il coraggio di fare il primo passo, sia perché sono sfuggente, sia perché, cosa assai vera e che ho già spiegato precedentemente, le mie priorità al momento sono altre e questa cosa dall'esterno si percepisce.
Insomma, ora con il lavoro certamente non sono a posto per la vita, ma finalmente sono più tranquillo e comunque per un anno questa situazione mi va bene e soprattutto non rischio più. Automaticamente la mia testa, finalmente libera da una parte di preoccupazioni, ha iniziato ha lavorare, e a pensare. 
Come ha sempre fatto, a dire la verità.
Ma che ha dovuto smettere di fare per tutti i motivi suddetti.
Quindi parlo con i miei amici, e loro:
"Ma insomma anche tu: fai qualcosa, vai su Grindr, vai in chat, chissenefrega se non ti piace come mezzo, nemmeno a noi, però funziona così, magari conosci qualcuno di interessante anche solo un'amicizia"
E così.. ci ho provato.... Ma questo post é già troppo lungo, ne parlerò nel prossimo, perché ovviamente, non poteva succedermi una cosa normale. No. Figuriamoci!
Mi sembra solo strano che "rimettersi in gioco" a Milano, significhi per forza avere a che fare con app o con internet. Essendo persone, prima di tutto, non dovremmo interagire dal vivo?

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