mercoledì 4 agosto 2010

I Centri Finanziari Più Importanti del Mondo


Non sono mai riuscito a capire come mai la floridità di un centro finanziario riesca a garantire anche un certo movimento del mondo del lavoro, a creare posti di lavoro ed a garantire quindi un consistente giro di soldi. D'altra parte lo si sa: la finanza, proprio perché ha un nome tutto suo, non c'entra quasi nulla con l'economia, che invece dovrebbe essere quella che crea o toglie la possibilità di guadagno e posti di lavoro. Eppure la finanza, in senso lato, é nata ben poco tempo dopo l'economia. Io sono convito che quello che faccia é solo trasformare il denaro, e quindi il lavoro, in pura carta igienica. Troppo marxista? Bah, non so, so solo che il Comunismo ha perso la sua battaglia nel 1991, allunghiamolo al 1997 va se proprio gli si vuole dare un po' di respiro, fino al rifacimento della costituzione cinese. Ma é anche vero che il capitalismo é morto insieme a Lehman Brothers, é vero, non tanto quanto il comunismo, ma in ogni caso ora dovrà necessariamente essere del tutto ristrutturato. 
Tutta sta pappardella per dire semplicemente che poco tempo fa é stata stilata la classifica dei centri finanziari mondiali più importanti. La cosa scandalosa, é che é cambiata di brutto rispetto a quello che ci si poteva aspettare fino a poco tempo fa. Tanto per dire: Milano é veramente sottissimo nella classifica, quando comunque l'economia italiana (e quindi Milano) fa girare un sacco di soldi nel mondo. Non a caso siamo la 5° potenza industriale del globo...
Il punto é che questa classifica é stata stilata tenendo conto di criteri molto intelligenti, e trattandosi di intelligenza era più che ovvio che l'Italia non potesse eccellere.
Allora vediamo: un centro finanziario é tanto più importante e florido quanto più:
1) E? presente forza lavoro qualificata ( e quindi al di là della laurea, fondamentale, si parla anche di formazione, aziendale ma anche di possibilità di fare il più alto numero di esperienze durante la propria carriera. E non solo il più alto numero ma anche una conoscenza approfondita degli argomenti toccati. Anche se, diciamoci la verità, al giorno d'oggi, serve di più sapere un po' di tutto che tutto di un po'.
2) La flessibilità del mondo del lavoro. Questo significa: prima facevo l'insegnante, ora sono un venditore. O da una azienda  come venditore mi sposto senza difficoltà ad un'altra che mi interessa di più mantenendo la stessa mansione. Ma anche: ho un periodo di lavoro pieno e lavoro ogni giorno 11 o 12 ore al giorno, ma se non ho niente da fare ne lavoro 4 o anche meno. Dipende dal carico che devo smaltire, creando cioé quel senso di libertà che in Italia non c'é perché minimo minimo 8 ore te le devi fare, se non di più, come é la prassi di Milano.
3) Il livello dei poli universitari, specificatamente quelli di economia ( e non ho capito perché: come se gli unici a lavorare fossero i laureati in economia, che, non me ne vogliate, ma il più delle volte sanno fare solo ed esclusivamente una cosa sola a testa).
4) Il numero di corsi d'aggiornamento nel campo media e comunicazione (e non ho capito perché, come se gli unici a doversi aggiornare fossero quelli che si occupano di comunicazione, perché, gli altri che fanno, una volta lureati va bene così? Mah...)
5) Le norme in materia di business.
6) L'ammontare delle tasse.
7) Il livello di corruzione.
8) La libertà economica.
9) Il valore dei bond nazionali.
10) La qualità dei titoli azionari.
11) Il volume dei commerci.
12) L'attrazione per le aziende.
13) Le infrastrutture.
14) I prezzi delle case.
Minore effetto sulla classifica, ma pur sempre considerate, sono state:
15) L'efficienza dei trasporti pubblici.
16) La qualità della vita tramite interviste ai cittadini.
17) Il sentimento economico dei cittadini.
18) Livello dei prezzi.

Bene, nonostante i 18 elementi presi in considerazioni, spero che siate d'accordo con le mie piccole obiezioni e stiate pensando come me che, seppur sia stato fatto un gran bel lavoro, il tutto é comunque ancora fermamente incompleto.
Nonostante ciò e la crisi, Londra e New York, si contendono ancora il primo posto, ve lo anticipo, ma effettivamente nel resto del mondo, non in Italia, la fama si costruisce con la tradizione ed i fatti, e non con le stupidaggini, per cui non é a causa di una crisi che cade un sistema consolidato ed odiato dai più.
Più nel dettaglio, ci sono:

Reykjavik, al 75°posto...e ci mancherebbe, stava fallendo l'intero stato!!!
Istanbul
Atene
 Budapest

Tallinn

San Pietroburgo

Riyadh

Mosca

Varsavia

Manila

Lisbona

Buenos Aires

Giacarta

Praga

Bangkok

Mauritius

Bahamas

Bombay

Città del Messico

Malta

Rio de Janeiro

Johannesburg

Gibilterra

Glasgow

Kuala Lumpur

Helsinki

Roma

Principato di Monaco

Milano

Oslo

Madrid

Wellington

Vienna

Bahrein, e qui non ci credo, viste le leggi che hanno....

Copenhagen

San Paolo, un cesso di città...

Bruxelles

Stoccolma

Isole Vergini Britanniche

Doha

Amsterdam

Osaka

Monaco di Baviera

Bermuda

Dublino...Ma mica anche l'Irlanda stava fallendo????!?

Cayman

Edimburgo

Seoul

Melbourne

Montreal

Dubai

Isola di Man

Vancouver

Guernsey

Taipei

Parigi

Lussemburgo

Jersey

Washington

San Francisco

Pechino

Boston

Francoforte

Toronto

Shanghai

Sydney

Shenzhen

Ginevra

Zurigo

Chicago

Tokyo, che come flessibilità del lavoro non direi visto che non hanno mai ferie....

Singapore

Hong Kong

New York
Londra


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